SAITTA 1960
Fortunata e Carmelo Saitta in un paesino in provincia di Catania, appena sposi, e nell’appartamento siracusano, con i figli
Dovevano avere vent’anni. Credo fossero già sposati, a Catania, pur senza beneplacito della famiglia di lei: quella che in siracusano chiamiamo “fujtìna”. Si erano conosciuti a Cassibile, paese d’origine di lei. Carmelo era andato lì a trovare il fratello Nino, parroco del paese. In comune avevano, oltre che la passione, il mestiere: erano entrambi sarti. Il padre di Fortunata, però, non voleva concedere la figlia in sposa a uno sconosciuto di Catania, e Nino senza il consenso non poteva celebrare le nozze. Dopo mesi d’attesa, Carmelo esausto parla a Fortunata: “Fortunata, che dobbiamo fare? Io ho intenzioni serie…”. Poco dopo, i due scappano a Bronte, paese di Carmelo, per diventare marito e moglie. Torneranno il mese seguente a Cassibile dove apriranno una bottega di tessuti, cucirini, aghi, spilli, nastri e ogni altro occorrente per lavori di cucito. La loro abitazione è nel retrobottega, dove Fortunata cuce i grembiuli per le donne e i bambini del paese. Carmelo si occupa della vendita dei tessuti e presto inizia anche a confezionare abiti. Quando la famiglia si allarga con i due figli Biagio e Angela, Saitta è già un nome legato, oltre che alla merceria, alla moda.
Fortunata e Carmelo a Venezia e in Russia, anni ‘70
A sinistra abbracciati e vestiti di tutto punto a Venezia, a destra divertiti e à la page negli anni ‘70, a Mosca, in uno dei pochi scatti buffi di mio nonno Carmelo. Dagli anni ‘60 il negozio si è trasformato in una vera boutique di abiti sartoriali, molto frequentata dai clienti della città e dei comuni limitrofi. Il campanello della porta tintinna a tutte le ore e per Carmelo i ritmi di confezionamento degli abiti diventano impegnativi. Così i due imprenditori hanno un’intuizione: visitare gli stabilimenti tessili in Nord Italia, dove si dice che ci siano ditte in grado di produrre centinaia di abiti in poche ore. Fortunata e Carmelo partono alla volta della Toscana e dell’Emilia, dove scoprono che la produzione tessile industriale è anche meglio che nei racconti: non solo la velocità di produzione è impressionante, ma la vestibilità è altissima, il taglio dei capi eccellente e la qualità dei tessuti ottima. In breve – complice la giovane età e la loro attitudine alla modernità – Fortunata e Carmelo trasformano il negozio in una boutique non sartoriale di Made in Italy di qualità. Inizia l’era dei viaggi, dalla Sicilia a tutta l’Italia: da Carpi a Brescia, da Firenze a Empoli, nelle più famose e innovative ditte italiane.
Scatti di Fortunata e Carmelo, in negozio o in giardino, da soli e con Giulia, la nipote: io
Gli anni ‘80 esplodono pieni di colori sgargianti, permanente sopra la testa e occhiali a goccia grandi e ingombranti. Alla radio passa la canzone di Sanremo di Pupo “Su di noi nemmeno una nuvola” e il negozio di Fortunata e Carmelo procede a vele spiegate. I due decidono di rivedere gli spazi che il negozio occupa sin dal 1960 – una casa di proprietà di Fortunata – e dare un’impostazione più moderna: la stessa preservata tutt’oggi. I brand trattati dal negozio sono i più autorevoli del momento: da Levi’s a Carrera, da Missoni a Pierre Cardin e Laura Biagiotti. Iniziati con successo e senso di novità, questi anni si chiudono con un nuovo arrivo in famiglia. Ultima di tre nipotini arrivo io, Giulia, che da subito vivo i miei nonni come secondi genitori e il negozio come una seconda casa (oltre che un mio personale “parco divertimenti”).
Le commesse e il negozio Carmelo Saitta negli anni ‘80
Enza, Lidia, Nella e Pina, solo per citarne alcune. In negozio orbitano tante commesse e molti di questi nomi saranno destinati a diventare parte integrante della storia del negozio e della famiglia Saitta. A regime sono in cinque o sei, ma negli anni ‘80, di maggiore successo, le addette alla vendita arrivano a dodici! Il negozio “Carmelo Saitta”, nella via principale di Cassibile, è di fronte alla scuola elementare e al tabacchi. Per me, Giulia, che ero piccola e sempre coccolata da nonno Carmelo, era quasi un’abitudine “fingere” dei piccoli mal di testa perché il nonno venisse a prendermi a scuola. Lui attraversava la strada, mi teneva per mano e mi permetteva di stare in negozio con lui. Al negozio mi era consentito stare ovunque, ma sempre a debita distanza della cassa. Quella era il nonno a farla scattare per me. E lo faceva spessissimo, per darmi le mille lire per comprare le caramelle. Quando rientravo in negozio c’era sempre qualche cliente che mi accoglieva festosa: “Giulia! Come sei cresciuta! Ma che ci fai qui, niente scuola oggi?”. “Ho mal di testa…” mentivo io.
Carmelo, Fortunata e io: la nipote Giulia
Con gli anni 2000, la nascita dei primi franchising e del fast fashion, il negozio non è più quello di una volta. Anche rimanendo al passo con i tempi, un nuovo consumo prende piede a Siracusa e in Italia. A 19 anni vado a studiare a Milano e proseguo con un impiego nel settore alberghiero. Tredici anni di aerei da e per Milano: dopo ogni atterraggio in Sicilia, però, è sempre il negozio il primo posto che visito, dove so di trovare i miei nonni Fortunata e Carmelo. Ho sempre provato dispiacere, negli anni, a vedere tutte quelle rimanenze di negozio degli anni ‘60, ‘70, ‘80. Conoscevo quel settore: a Siracusa quella merce andava stipata in magazzino, ma Milano già nel 2010 con quelle collezioni i negozi facevano una fortuna. Provai un paio di volte a farmi spedire la merce, e per un anno partecipai all’East Market di Lambrate. Quando nonna Fortunata è mancata non ho avuto dubbi: avrei restituito valore alle rimanenze di negozio dei capi che, negli anni, i miei nonni avevano selezionato insieme. Così è nato Saitta 1960: un negozio di capi vintage con l’etichetta, dove rimettere in vetrina il gusto e la lungimiranza di Fortunata e Carmelo.
LA NOSTRA MISSION
La storia che ci precede non si riscrive.
Per questo, all’apertura di Saitta 1960 abbiamo scelto di non riassortire con un ulteriore approvvigionamento di capi. Diamo valore a quelli che, negli anni, i fondatori del negozio acquistavano a Carpi, Empoli, Firenze, Brescia, Modena, i centri della moda dell’epoca. Quando nell’armadio c’erano pochi, ottimi, vestiti d’occasione.
Abbiamo un obiettivo: vestirvi con l’attenzione di una volta.
I pezzi rari e unici del nostro storico deposito sono appesi di nuovo in vetrina. Perché? Perché crediamo nel valore di quei capi, nella lentezza, nell’importanza dei materiali di pregio e nell’attenzione di una produzione che era rispettosa delle persone e dell’ambiente. I clienti di oggi meritano tutta la gentilezza della moda un tempo. Nel nostro caso, senza rinunce: il nostro vintage è tutto di prima mano.
Da Saitta 1960 il vintage è nuovo.
Nessuno dei capi di Saitta 1960 è mai stato indossato. Molti conservano ancora le etichette originali e, nei casi in cui non fossero rimaste, abbiamo apposto il nostro marchio di qualità, dopo averne verificato lo stato di conservazione: buono, ottimo o eccellente.